RAPPORTO NAZIONALE SUL SERVIZIO DI TARI (=Tassa Rifiuti, ex Tarsu, Tia, Tares)
Per la Calabria mantiene il primato negativo Reggio Calabria
Il 10° Rapporto Nazionale di Federconsumatori sul servizio comunale dei rifiuti (TARI) ha preso in esame 109 comuni capoluogo di provincia che alla data del 30 maggio scorso avevano approvato il PEF, i Regolamenti e le rispettive tabelle.
Il Rapporto ha fatto emergere luce e ombre del servizio, forti differenze territoriali fra regioni e al loro interno. Sostanzialmente le tariffe si mantengono in media vivine a quelle del 2015 mentre subiscono un aumento del 23% nell’arco di tempo 2010-2016 ma con divaricazioni che variano da comune a comune.Prendendo in esame una famiglia media di 3 componenti per nucleo familiare con un’abitazione di 100 mq, risulta una spesa media fortemente differenziata per aree geografiche a fronte di una media nazionale di 296 euro:
a Nord-Est spesa media 246 euro, a Nord-Ovest spesa media 265,5 euro, al Centro spesa media di 303 euro
al Sud e nelle Isole spesa media 338 euro OLTRE LA MEDIA NAZIONALE
Dentro questo quadro di macro aree emerge un dato su tutti: nelle regioni dove il servizio funziona al meglio lì i cittadini pagano meno.
Diversamente, dove il servizio rifiuti sconta inefficienze, lì il costo viene scaricato sui cittadini.
Fra i capoluogo presi a base dell’indagine, si contraddistingue la spesa media di Reggio Calabria che, con 481,00 euro di tariffa eredità della gestione fallimentare delle precedenti amministrazioni, si conferma al 3° posto in Italia fra le città capoluogo di provincia. La città di Vibo occupa invece gli ultimi posti con una spesa media di 164 euro.
Fra le città capoluogo di regione Catanzaro occupa una postazione intermedia con 264 euro.
Il settore in Italia riguarda la produzione di 29,6 milioni di tonnellate di rifiuti impegnando 10,3 miliardi di euro tra utenze domestiche e non. Dentro questo settore pesa l’influenza delle mafie che controllano intere filiere della raccolta e dello smaltimento.
La Calabria ha ancora molto da fare per portare ad uniformità il valore della tariffa, nell’applicazione di agevolazioni in rapporto alla progressività del reddito, dei componenti familiari e della grandezza dell’immobile. Troppe disparità territoriali a fronte di un servizio che deve avere uguali parametri di costo di produzione.
Resta molto da fare anche sulla qualità del servizio. Sono poche le realtà in cui il servizio dei rifiuti funziona a regime, tante le realtà in cui funziona a singhiozzo o lascia sprovvisti i cittadini dei kit per la raccolta, troppi le incongruenze con le ricadute ed i benefici per le comunità, l’occupazione e per l’ambiente.
A maggior ragione se considera l’intero ciclo dei rifiuti che va dalla raccolta differenziata, al conferimento in discarica, allo smaltimento e trasformazione.
Troppi rifiuti finiscono in discarica, troppi fuori regione e in troppe realtà vengono rintracciate raccolte e smaltimenti illegali.
A questo si aggiunge l’alto tasso di evasione ed elusione che porta a caricare i soli cittadini onesti del mantenimento delle entrate tributarie.
In questo ambito Federconsumatori Calabria, unitamente al livello nazionale, è impegnata a rivendicare standard di qualità del servizio e criteri omogenei ed equi di calcolo delle tariffe. E’ assurdo che cittadini della stessa regione debbano a pagare tributi così differenti tra comune e comune. Infine, va posta un limite ai comuni in dissesto che non devono poter riversare i debiti delle inefficienze della mala-amministrazione sui cittadini.
Mimma Iannello
Catanzaro 28.09.2016 Presidente Federconsumatori Calabria